TEUTA by Matteo Valerio
JournalUn progetto di Villa Filanda Antonini (VFA) con il supporto di Arper Feltrin Foundation
Il 13 maggio, nell’ex opificio di Villa Filanda Antonini, si inaugura la mostra Teuta di Matteo Valerio a conclusione del suo progetto di residenza promosso da VFA, programma annuale rivolto ad artisti internazionali a cui è richiesto di interpretare le specificità materiali e immateriali del luogo e del territorio in cui esso è inserito.
All’interno dello spazio industriale di Villa Filanda Antonini, Valerio compone un paesaggio tessile di grandi vele, ampie tele patchwork che entrano metaforicamente in dialogo con questo spazio-involucro, un tempo stabilimento dedito alla produzione della seta greggia.
Qui l’artista impiega tessuti naturali di cui, con un approccio scultoreo, ne modifica le proprietà materiali attraverso operazioni additive – tintura, pittura, stampa, ricamo – o sottrattive – bleaching, stonewash, incisione, laser-cut. Questi interventi trasformativi del tessuto hanno una valenza critica, volta ad attribuire un nuovo valore identitario alle fasi produttive. Valerio afferma:
“Il progetto per Villa Filanda Antonini si articola nel contrasto tra artigianalità e pragmatismo industriale. Mi interessa sperimentare le qualità rivoluzionarie dei materiali, mostrando le proprietà intrinseche, le dinamiche in cui vengono prodotti, lo stile di vita di chi le lavora e il modo in cui reagiscono alla crisi ambientale”.
Valerio ha scelto di interloquire con l’azienda Tonello, produttore di tecnologie per il trattamento dei capi di abbigliamento. Essa si distingue per un approccio innovativo, che impiega processi sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. All’interno del dipartimento di ricerca e sviluppo, Valerio ha realizzato opere tessili il cui potenziale narrativo e simbolico viene amplificato dalla commistione tra tecniche manuali e processi altamente tecnologici. La collaborazione con questa azienda virtuosa riscrive le regole d’ingaggio tra arte e tecnologia industriale. Al contempo, delinea nuovi scenari operativi praticabili in cui sussiste la coesistenza tra naturale e sintetico, tra artigianalità e automazione. Questa cooperazione creativa è la proposta concreta che Valerio, assieme a Villa Filanda Antonini, indirizza al territorio. Valerio non si limita ad esacerbare le contraddizioni sociali, culturali e ambientali dei sistemi manifatturieri, propone una soluzione proattiva e responsabile fondata su una progettazione partecipata.
La centralità della persona all’interno dei processi, come pure la sua intrinseca capacità di costituirsi rete, guida l’intero progetto espositivo che, come suggerisce il titolo, viene dedicato a Teuta, termine venetico che significa comunità.