Un non-libro, sperimentale, artistico ma mai didascalico; un “oggetto emozionale” di ispirazione e progettazione, fatto più di libere associazioni – tematiche, grafiche, fotografiche… – che di argomentazioni logiche e ordinate, come un tessuto che si intreccia di fili di diversa natura e consistenza, combinati tra loro per vicinanza, somiglianza o contrasto: Tonello ha scelto di celebrare i suoi primi trentacinque anni di storia con un omaggio.
Al mondo del denim e ai suoi innovatori
Oppure raccontando la storia dell’evoluzione del denim attraverso i poster illustrati estraibili che rappresentano il viaggio del jeans da Genova al “nuovo mondo” e da lì a un futuro fatto di sostenibilità e salute.
O anche attraverso un’immersione in una vera e propria narrazione come “I cavalli, il denim e noi“, scritta per l’occasione da Giorgio Falco. Questa narrazione trasporta l’occhio in una continua fantasmagoria visiva di sperimentazione fotografica che non ha nulla a che vedere con la classica fotografia “da catalogo”. Qui il contrasto e l’alternanza di bianco e nero e colore di macchine e persone “in candid shot“, cioè al lavoro e mai in posa, reinterpretano e riscoprono, con la meraviglia e la magia di una “prima volta“, la vita quotidiana di un’azienda che ha saputo diventare un punto di riferimento per l’intero settore.
Illustrazioni, sfumature di colore, suggestioni e linguaggi diversi, incroci di carte o di cambi di tonalità o colori sovrapposti per creare altri colori; alterazioni consentite nel codice di alcuni file per creare rotture visive nella continuità; vere e proprie sperimentazioni pittoriche e artistiche, provocatorie e “aperte” all’interpretazione dei non lettori; foto e grafiche che raccontano la storia dal punto di vista del denim che, idealmente, ci guarda da dentro i cestelli delle macchine Tonello…
Sarebbe impossibile raccontare questo strano, insolito, imprevedibile oggetto.
Perché, in fondo, come direbbe Magritte, questo libro non è un libro.
Molti sono stati i soggetti coinvolti nella realizzazione di questo progetto: Piero Turk è stato il supervisore e coordinatore speciale; Metodo Studio si è occupato del progetto grafico e dell’impaginazione; Lucio Schiavon ha prodotto le illustrazioni, Marco Zanta le fotografie e, come già detto, Giorgio Falco ha scritto un racconto originale per l’occasione.
Insomma, un vero e proprio “dream team” che ha reso possibile un “qualcosa” che è soprattutto, e non a caso, l’interpretazione di un sogno da sfogliare, toccare e sentire: con le mani e con gli occhi, e con il cuore.